Toti Scaloja. Opere 1983-1997

La vicenda artistica di Toti Scialoja ha recato un considerevole contributo a quel panorama di forte spessore culturale e di straordinari esiti creativi che ha caratterizzato l’arte italiana del XX secolo. Pittore di grande intensità e uomo di pensiero colto e raffinato, tra il 1983 e il 1997 le sue opere raggiungono una più compiuta maturità e una maggiore potenza espressiva rispetto al passato. Partito da un bagaglio di esperienze che l’artista era andato sviluppando sin dagli anni Trenta, nella direzione di un graduale allontanamento dalla figurazione, negli anni Ottanta Scialoja elabora un linguaggio che, con piena padronanza del mezzo pittorico, tocca una sua cifra peculiare. La selezione di opere presentate in questa catalogo, realizzato per la mostra organizzata dalla Galleria dello Scudo di Verona, consente appunto di valutare quanto il suo stile si sia trasformato costantemente, di anno in anno, fermo restando il suo basilare e codificato repertorio di elementi formali.

Di rilevanza primaria, nel suo lavoro, è la tensione a un risultato di equilibrio tra forma e colore. A tale proposito, in molti suoi quadri il nero è il colore strutturante, mentre il rosso, il verde, il blu, il giallo e il grigio assumono valenze che, in diverse gradazioni e mescolanze, sfociano in parafrasi della ritmica, dell’armonia e a riflessioni spazio-temporali. Nei suoi ultimi dipinti Scialoja approda a una rappresentazione esteticamente allusiva alla globalità del mondo, che si configura come una dirompente congerie di colori e di forme indefinite, tali da suscitare nello spettatore forti reazioni emotive. Ne consegue che, in effetti, Scialoja è stato un artista che si è servito della pittura per dipingere la natura, ma non già la natura visibile, bensì le sue potenzialità narrative e le sue inesprimibili bellezze.

Le schede critiche delle opere esposte, a cura di Gianni Schiavon, sono corredate di immagini di confronto con varianti dello stesso soggetto, raffronti iconografici, documenti.