Museo d'Arte Antica del Castello Sforzesco. Tomo quarto

Nell'articolazione delle raccolte museali del Castello Sforzesco di Milano la Pinacoteca occupa un ruolo del tutto particolare. Tele, tavole, polittici, affreschi staccati entrano in dialogo con le altre collezioni tipologiche, sollecitando confronti stilistici e rapporti iconografici di grande intensità: si conferma così il grande progetto complessivo dei Musei del Castello, che si realizza nella molteplicità delle forme e delle tecniche espressive presentate al visitatore: in questo senso, numerosi dipinti pertinenti alla Pinacoteca sono coerentemente esposti come "contesto" in sale che presentano sculture, mobili o strumenti musicali.
D'altro canto, la ricchezza e la qualità delle opere, sottolineate anche dall'appropriato allestimento museale, fanno della Pinacoteca una collezione intrinsecamente importantissima, con una completezza e un fascino di cui i visitatori, ma forse anche gli stessi specialisti, non hanno finora la piena percezione.
Da una lungo e fitto intreccio di donazioni di privati e di interventi pubblici (con fatti talvolta clamorosi, come l'acquisizione della collezione Trivulzio, ma anche con episodi recentissimi come l'arrivo in Pinacoteca di opere prestigiose di Antonello da Messina e di Canaletto) si riceve la percezione di un Museo insolitamente dinamico, ricco di situazioni evolutive, costantemente rivolto a delineare in modo sempre meglio definito il proprio carattere di collezione "della città", sul duplice versante della storia dell'arte e di quella del collezionismo.
Questa vocazione si riflette nella selezione delle opere, che vede il filone principale dedicato alla pittura lombarda, affiancato da continui riferimenti all'arte di altre scuole.
Un nucleo di eccezionale interesse è certamente costituito dai dipinti di epoca sforzesca e leonardesca: il legame con il Castello diventa in questo caso stringente, sia per le vicende e i personaggi della storia, sia per il rapporto con la decorazione quattrocentesca delle sale al piano terreno: si ritrovano così i volti dei duchi e delle duchesse, l'immagine della Torre del Filarete, i capolavori dei maestri che hanno lavorato nel Castello (come i Bembo, Foppa, Zenale, Butinone, Bramantino).