Che cos'è un monumento. Storia del monumento a Roberto Franceschi

Davanti all'Università Bocconi, tra gli alberi che costeggiano la strada, sorge una struttura d'acciaio: è il monumento a Roberto Franceschi che spicca fra gli altri monumenti di Milano per il suo "essere altro".
La storia di questo libro è strana: ha preso le mosse da una conversazione fra Lydia Franceschi ed Enzo Mari e voleva inizialmente costituire una verifica del significato del monumento dopo oltre vent'anni dalla sua collocazione, lo spunto per un dibattito sul valore dei monumenti.
Poi, in itinere, ci si è resi conto che era impossibile disgiungere il dibattito estetico dal contesto storico e politico in cui il monumento a Franceschi ha avuto origine.
Nel libro convivono quindi due anime "uguali e distinte": la prima sviluppa il discorso estetico e critico, documenta il dibattito per la progettazione e il lavoro per la realizzazione del monumento, che durò dal 1973 al 1977 e coinvolse gran parte degli artisti milanesi. In tutto il travaglio artistico di quel periodo, solo nel caso di Franceschi fu realizzata un'opera che è riuscita a durare nel tempo. Quel dibattito rappresenta quindi un momento importante nella storia artistica di Milano.
La seconda anima è quella della ricostruzione storica, altrettanto importante, visto che il committente dell'opera fu il Movimento studentesco.
il libro ricostruisce così le vicende di quegli anni, oggi quasi dimenticate, senza le quali non è possibile comprendere la ragione profonda del monumento. Vuole mantenere viva la memoria di una vicenda umana tragicamente esemplare, costituisce occasione di meditazione sulla storia di un'epoca e di una generazione.
Nella narrazione è stato usato il metodo dell'intervista a coloro che parteciparono alla vicenda, in particolare a Lydia Franceschi, madre di Roberto, e ad alcuni degli artisti che furono protagonisti della realizzazione dell'opera.
Nella parte iconografica spiccano le bellissime fotografie del monumento appositamente realizzate da Arno Hammacher.