Per una lettura cristiana dell'immagine

Con la riscoperta delle icone orientali, soprattutto bizantine e slave, le immagini sacre stanno tornando nelle nostre case di cristiani d'Occidente. Ritorno benedetto senza dubbio, ma non appena si voglia approfondire un poco il significato di queste immagini ci si accorge che a monte ci sono non piccoli problemi che hanno affaticato Padri e teologi, che hanno segnato la storia della Chiesa e dei suoi Concili, che hanno fatto versare il sangue ai suoi martiri.
Il nodo più consistente sta appunto in quel paradosso rappresentato, da una parte, dal divieto biblico rigoroso di farsi qualunque immagine e, dall'altra, dal fatto che le immagini sacre hanno accompagnato sempre la vita della Chiesa, fin dalle origini e senza soluzioni di continuità. Il testo presente ripropone il problema e quella grande tradizione che risale al massimo dottore della teologia delle icone, san Giovanni Damasceno (VIII secolo). A lui infatti risale l'intuizione geniale che risolve il paradosso: non c'è contraddizione tra proibizione delle immagini nell'Antico Testamento e consuetudine cristiana di farsi delle immagini sacre, perché nell'incarnazione del verbo noi abbiamo conosciuto il volto di Dio. "Filippo, chi vede me, vede il Padre" (Vangelo secondo Giovanni 14,8), insegna Gesù.

L'autore:
Maria Gallo appartiene alla comunità monastica "Piccola famiglia dell'Annunziata" di Bologna fin dagli inizi della comunità stessa (Epifania 1956). Dopo la laurea in Filosofia presso l'Università La Sapienza di Roma, ha proseguito gli studi biblici ed esegetici, in seno alla comunità, con particolare attenzione alla lettura delle scritture originali e all'esegesi di fede della tradizione patristica e rabbinica. Un lungo soggiorno in Grecia prima e a Gerusalemme poi le ha consentito di studiare tradizione bizantina ed esegesi biblica. La sua presenza in quella terra martoriata l'ha portata a interessarsi a fondo anche della lingua e della cultura islamica. Ha pubblicato varie opere di traduzione, presentazione e commento di testi teologici, liturgici, esegetici e ascetici dal greco, dall'ebraico e dal siriaco.