Non pochi gli studi sulla pittura bresciana anche dell'Ottocento e dell'inizio del Novecento. Sulla contemporanea scultura, a quanto mi risulta, solo un saggio di rilievo dovuto a Bianca Spataro e pubblicato nella "Storia di Brescia" promossa dal Sen. Giovanni Treccani e dalla cittadina Banca S. Paolo. Eppure basta ricordare scultori bresciani come G.Battista Lombardi, come Domenico Ghidoni e Angelo Zanelli, per parlare di una scultura che fa scuola. E quanto a scultori non bresciani che realizzarono per Brescia opere esemplari, basta citare Odoardo Tabacchi con il suo forte bronzo di "Arnaldo". Vincenzo Vicario, già noto anche per un apprezzato studio sulla Scultura Italiana dell'Ottocento e del primo Novecento, offre ora una monografia ampiamente informativa dedicata agli scultori bresciani o che, nello stesso periodo, hanno scolpito per Brescia, L'opera del Vicario, ricca di documentazione fotografica, dimostra come pure nella scultura ottocentesca Brescia non fosse "provincia" nel senso ristretto della parola, ma città allora in piena espansione economica e sociale, promuovesse opere degne di positiva considerazione, opere per di più rivolte ad esaltare quei valori civili e patriottici che hanno fatto, anche da Brescia, l'unità d'Italia e che tuttora concorrono a libertà e dignità cittadine.